Perché molte famiglie passano a 5 kW (e quanto costa veramente)
Negli ultimi anni è diventato comune il passaggio dalla potenza standard di 3 kW a livelli superiori — spesso 4,5 kW o 5 kW. Ma quali sono le motivazioni e, soprattutto, quanto incide sul canone bolletta mensile?
1. Un contesto sempre più energivoro
L’evoluzione tecnologica ha aumentato significativamente il consumo simultaneo negli ambienti domestici:
- Piano a induzione (~2,5–3 kW)
- Forno elettrico (~2 kW)
- Lavatrice, lavastoviglie, asciugatrice
- Condizionamento, pompe di calore
- Ricarica di veicoli elettrici o e‑bike
Con solo 3 kW attivi, bastano due o tre apparecchi pesanti accesi insieme per causare l’interruzione automatica del contatore. Passare a 5 kW significa avere un margine di potenza superiore per gestire carichi elevati contemporanei .
2. I veri costi: una‑tantum e spese ricorrenti
a) Costi una‑tantum
Quando si richiede l’aumento fino a 5 kW (quindi +2 kW rispetto ai 3 kW), si affrontano:
- Circa 60–70 €/kW per il contributo variabile (quindi tra 120 e 140 € totali)
- Un contributo fisso amministrativo, circa 23–26 € a seconda del mercato (libero o tutelato)
- Il totale: tra circa 140 € e 160 €, IVA compresa
b) Spesa fissa annuale per quota potenza
A differenza di quanto potresti pensare, sì: il “canone” aumenta. Anche se il prezzo dell’energia per kWh non cambia in base alla potenza contrattuale, cresce la quota potenza fissa (voce “trasporto e gestione contatore”).
- Si tratta di circa 20–25 €/anno per ogni kW aggiunto. Per +2 kW, l’incremento annuo è quindi circa 40–50 € (3–4 € in più al mese) .
- In altri casi la stima è di circa 21,48 €/kW/anno, ovvero ~43 € per l’aumento da 3 a 5 kW .
Questa voce è spesso chiamata impropriamente “canone”, ma formalmente fa parte delle spese di trasporto e gestione dell’energia. In sintesi: paga di più ogni mese se decidi di avere più potenza disponibile.
3. Perché molti scelgono 5 kW non solo per l’induzione
Oltre all’uso del piano a induzione, ci sono altri casi concreti:
- Abitazioni con climatizzatori o pompe di calore
- Chi lavora da casa con postazioni elettroniche costanti
- Persone con auto elettrica o wallbox da rifornire
- Famiglie con uso simultaneo di: forno + lavatrice + condizionatore + cucina
Molti utenti su forum come Reddit riferiscono:
“Ti costa sì di più la parte fissa della bolletta… ma il prezzo dell’energia scende di qualche frazione di centesimo per kW” .
E spesso il consiglio è di passare direttamente a 6 kW per stare tranquilli, visto che la differenza di costo fisso non è enormemente maggiore rispetto ai 5 kW .
4. Quando convenire restare a 3 kW?
Può essere conveniente mantenere il vecchio contratto se:
- Abiti sempre da solo o usi la casa saltuariamente
- Non utilizzi contemporaneamente più apparecchi ad alto consumo
- Se sei sotto la soglia dei 1 800 kWh/anno: con 3 kW potresti mantenere l’esenzione da accise elettriche fino a ~45 € di risparmio annuo .
- L’impianto non è dimensionato per potenze più elevate (cavi, interruttori, quadro)
In questi casi, il passaggio a 5 kW potrebbe comportare costi fissi superiori ai benefici percepiti.
5. Riepilogo costi e benefici
Elemento | Da 3 kW a 5 kW (+2 kW) |
---|---|
Costo una‑tantum | ~140–160 € (contributi variabili + fissi) |
Quota potenza annua | ~40–50 € in più in bolletta (~3–4 €/mese) |
Prezzo energia (€/kWh) | Inalterato o leggermente ridotto su €/kWh |
Esenzione accise | Potenziale perdita se consumi <1 800 kWh |
Conclusione
Molti scelgono di potenziare la fornitura a 5 kW per evitare distacchi inusuali quando si usano contemporaneamente induzione, forno, condizionatore e altro. Pur sostenendo una spesa iniziale di circa 150 € e un incremento fisso annuo di 40–50 €, il guadagno in termini di comfort (e minor stress da blackout domestici) ne vale spesso la pena.