Conservare le ricevute di pagamento delle bollette di luce, gas e altre utenze domestiche, oltre a essere una buona pratica per tenere in ordine i conti di casa è anche consigliato dalla legge per risolvere al meglio eventuali controversie.
L’articolo 293 del Codice Civile, infatti, prevede che il gestore di luce e gas possa sollecitare il pagamento di una bolletta soltanto entro un preciso arco temporale, dopo il quale non potrà più avanzare alcuna richiesta. Ciò significa che il consumatore, per tutelarsi, dovrebbe conservare le ricevute di pagamento delle bollette almeno per lo stesso periodo di tempo.
Ecco quindi spiegato perché conservare le bollette di luce e gas: non esiste un obbligo di legge ma il codice civile suggerisce di farlo per evitare contenziosi. In questo modo, sia il consumatore sia il gestore della fornitura sono tutelati in caso di conguagli errati, mancato pagamento, morosità, calcolo errato delle cifre dovute e altre contestazioni.
Per evitare di trovarsi in spiacevoli situazioni, dunque, è importante conservare le bollette e anche stipulare un contratto luce e gas con un gestore affidabile.
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Per quanti anni bisogna conservare le bollette?
Dipende dall’utenza.
Per le bollette della luce è bene conservare le ricevute di pagamento per due anni. Fino al 2018 però, il limite era cinque anni. Ciò significa che tutte le bollette della luce entro l’1 marzo 2018 dovranno essere conservate fino alla data ultima del 1 marzo 2023. Quelle a partire dal 2 marzo 2018, invece, per due anni.
Anche per quanto riguarda il gas le bollette devono essere conservate per due anni.
Fino al 2019 però, dovevano essere conservate per cinque anni. Questo significa che tutte le bollette del gas fino al 1 gennaio 2019 dovranno essere conservate fino alla data ultima del 1 gennaio 2024. Quelle a partire dal 2 gennaio 2019 invece, per due anni.
Il calcolo dei due o dei cinque anni parte dalla data di scadenza della bolletta, non dalla data di avvenuto pagamento.
Attenzione però ad alcune casistiche particolari.
Se in questo arco temporale si riceve un sollecito di pagamento degli arretrati, il periodo di prescrizione si azzera e il calcolo degli anni ricomincia da capo.
Inoltre, a partire dal 2018 all’interno della bolletta della luce si paga anche il canone RAI per il quale invece è bene conservare le ricevute di pagamento per almeno 10 anni.
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Se il pagamento viene effettuato con domiciliazione bancaria non è necessario conservare le ricevute perché sarà sufficiente fare un estratto conto all’occorrenza Tuttavia, se il conto corrente verrà estinto, è bene stampare e conservare un estratto conto cartaceo che attesti tutti i versamenti effettuati a favore del gestore dell’utenza.
Cosa succede se non si conservano le bollette?
Qualora il gestore dell’utenza inviasse una segnalazione di mancato pagamento, l’unico modo per attestare il versamento è la ricevuta di pagamento della bolletta. Se non si possiede questo documento, in formato cartaceo o digitale, bisognerà pagare nuovamente l’importo della bolletta, gli eventuali interessi e la mora. Non c’è altro modo di dimostrare di aver pagato la bolletta se non esibendo la ricevuta di avvenuto pagamento.
Come conservare le bollette
Un metodo agile per tenere traccia di tutti i pagamenti è la domiciliazione bancaria. L’importo della bolletta viene prelevato direttamente dal conto corrente. Nessun documento cartaceo sarà prodotto. Per attestare il versamento sarà sufficiente richiedere un estratto conto o una lista movimenti.
Se il pagamento avviene invece presso lo sportello bancario, presso l’ufficio postale o presso tabaccai e altri rivenditori autorizzati, allora sarà necessario conservare la ricevuta cartacea, ovvero la porzione di bollettino precompilato destinata all’utente.
La ricevuta dovrà essere integra e perfettamente leggibile. Riponila quindi in un luogo fresco e asciutto, al riparo dai raggi del sole e da fonti di calore per evitare che si scolorisca.
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